Il senso della Colpa? Croce da temere e maestro da ascoltare.
Il senso della colpa (peso dell’errore nella Cultura sulla vita della Natura) è carenza di forza nel corpo, nella mente, nello spirito. Certamente è vero, che se l’ascoltiamo troppo, rischiamo di cadere sotto il peso di quella voce. Come in tutte le cose, quindi, è una questione di misura. Cosa ci dice la giusta misura? La dice il bilanciamento dei pesi che compongono l’insieme di ciò che secondo Natura siamo, di ciò che secondo Cultura sappiamo, con ciò che secondo Spirito sentiamo. Nel ciò che siamo, sappiamo e sentiamo vi è ciò che si deve sia a noi che alla vita. Vi è felicità di vivere, quando le parti sono in equilibrio. Infelicità, quando vi è squilibrio.
Si ottiene l’equilibrio fra le parti, quando vi è parità di baratto fra ciò che dobbiamo (i doveri) e ci si deve e/o ci devono: i piaceri. Quando il baratto risulta in passivo (cioè, quando diamo più di quello che ci si deve e/o ci devono) lo spirito della nostra vita subisce una flessione per difetto: la somatizziamo come depressione. La somatizziamo per eccesso, invece nel caso dell’esaltazione. La depressione da senso di colpa (croce, per chi ha perso ogni capacità di baratto) non è una malattia e neanche l’errore: è un allarme. Funzione di quell’allarme, è dirci che stiamo posando quello che siamo per quanto conosciamo in luogo e/o modo erroneo. Qual è l’universale verità che ci dice il luogo e/o il modo erroneo? Verità universale è il dolore che subiamo e/o quello che procuriamo. Artificiale, quando non artificiosa, ogni altra voce.