Questa mattina, in data (02/1219) nell’appartamento n° 7 hanno iniziato un lavoro sul muro dove dalla mia parte ho il contatore del gas, la caldaia, e le tubature dell’acqua. L’hanno fatto con il martello pneumatico. Dopo più di un oretta di continuo martellamento (hanno iniziato verso le nove e hanno finito oltre le 11) sono andato a suonare il campanello di quell’abitazione. All’operaio che mi ha aperto ho detto che non era il fracasso che mi disturbava, bensì un pensiero: le ripercussioni dei colpi su muri di sasso, inevitabilmente si sarebbero ripercosse su tubature di piombo di almeno un settantennio. L’operaio non vede il problema (delle possibili microfratture su quelle del gas e dell’acqua e poco male per queste ultime) perché i muri sono larghi 50 cm. L’obiezione è inconsistente. A tutto pensavo, infatti, fuorché alla caduta del muro! L’operaio non sa (o se sa gli ha fatto comodo non sapere) che i sassi non assorbono i colpi, anzi, li amplificano. Da colpiti in quel modo, infatti, a loro volta colpiscono pressoché di netto, dal momento che una malta di più di settantanni ben poco può fare se non sgretolarsi sotto i colpi. La situazione è certamente meno conseguente se si opera con il solo scalpello e martello. Guaio è, che ciò aumenta sia la fatica dell’operaio che i tempi di lavoro. Del guaio, dovrebbe farsene carico il Condominio? A me non risulta. A lei risulta? A continuazione del martellamento, suono un’altra volta.
All’operaio di prima chiedo di mettere una mano sul rubinetto del mio lavello mentre il collega dall’altra parte agisce il martello. Gli ho chiesto di farlo perché aprendo il rubinetto ho avvertito delle preoccupanti vibrazioni. Non l’ha fatto perché aveva finito il lavoro, ma posso o non posso dirmi che non l’ha fatto perché si sarebbe chiaramente reso conto che non parlo per niente? L’inquilina mi dice che deve pur mettere su la caldaia! Non mi risulta di averlo impedito come non mi risulta di aver proibito alcunché agli operai, ma, le richiedo: per quali motivi le difficoltà inerenti a un lavoro devono necessariamente ripercuotersi nella “mia” abitazione? Ora, guaio riparabile se il martellamento pneumatico giunge a procurare delle microfratture nelle canne dell’acqua: ipotesi che non direi campata per aria vista la loro età! Guaio riparabile, anche se succedesse in quelle del contatore del gas o nelle sue canne, ma non di certo immediatamente! E nel frattempo? E se nel frattempo diventasse un grosso guaio per me, chi e cosa esclude che non lo possa diventare anche per i restanti condomini? Indipendentemente se veloce, lenta o lentissima, infatti, un’espansione di gas dentro un muro va e penetra dove ci sono crepe. Gioiscano i condomini se presenti solo da me, ma quanto possono dirsi sicuri che non penetrerà anche da loro? Le richiedo infine: la salute di un condominio è legata al caso, oppure lo si può gestire? Alla vostra riflessione. Con i miei saluti, il condomino Vitaliano.
ANDANDO PER SCALINI