Sono le 22. Ho appena finito di cerar pavimenti. Ho fatto un breve giro nella notte: da cerare anche quella. Ora, a casa, un piccolo mangiar di qualcosa ed eccomi da voi come trota finita non si sa come in un suo mar dei Sargassi! E che cazzo! Qualcosa di più mi par di sapervi dire, invece, mi sento eguale a dei pezzi d’orologio sparsi sul banco dell’orologiaio. Ci sono rondelle ma non vedo dadi. Ci sono due o tre corone: sono sdentate. C’è una molla senza ciò che la contiene, senza ciò che deve spingere o allentare. Insomma, se almeno puzzassero potrei direi che è un periodo di merda! Neanche quello! Con altra immagine mi direi giunto ad una stazione, dove sto in attesa di una coincidenza. Non so quando arriverà o da dove arriverà. Neanche so dove andrà. Un blogger mi dice: ben tornato! Grazie, ma non sono tanto sicuro di sentirmi tornato. Insomma, sto come quelli che in sospeso stanno! Dantesca immagine mi par di ricordare. Grandiosa se non sapessi sospesi anche i salami. Mah!
ps. So bene che nel Mar dei Sargassi ci finiscono le anguille e non le trote, ma vi pare che a me possano capitare delle faccende normali?
DEI TEMPI CHE FURONO