Rapina a mente armata

Non mi occorreva niente ma devo pur trovare un motivo per muovermi, così sono uscito di casa per fare un po’ di spesa. Passo davanti un’edicola. Sulla porta, appesa una locandina del giornale di Verona. Leggo: anziano pestato per 40 euro! Direi evidente, che la diversa importanza di una somma rapinata diventa diverso giudizio. Non mi interessa sapere che il diverso giudizio consisterà nel dare del mona al delinquente per i pochi euro rubati, e del furbo a quello da mille! Quello che mi interessa, invece, è il nome che la legge darà a quel genere di rapina subita da impossibilitati a difendersi, vuoi per età, vuoi per sesso, condizione fisica, ecc, ecc. Se fossi la legge, certamente non sarei imbecille come la sclerotica! Sarei duttile, e, consentitemi l’immodestia, anche nuovo. In quanto autore di nuova legge, rubricherei fra le rapine più scellerate anche questa in tema. La direi, cioè, RAPINA A MENTE ARMATA. Di cosa, se, al caso, non ha coltello, pistola, e/o altra contundente arma?

La mente delinquenziale e’ armata dal disprezzo verso la vita altra:
è armata di una forza fisica generalmente superiore;
è armata di motivi fortemente egocentrici;
è armata di viltà;
è generalmente armata da droghe che lo aiutano a superare la sua viltà.

Non per ultimo (e non per un ultimo genere di rapina) è armato di quel surrogato dell’intelligenza che diciamo furbizia! Dobbiamo proprio ammetterlo: la Legge, oggi, è come un ombrello retto da due mani: la prima lo tiene per ripararsi dall’acqua, mentre la seconda lo tiene per tenere sott’acqua la prima. L’idea di una giustizia come bilancia non è una novità e mi sta bene. Mi sta bene anche se bendata se ciò segna la sua imparzialità, ma non mi sta bene la sua imparzialità, quando è impotenza da cecità. Nel mio piccolo ci posso fare qualcosa? Temo di no. Va beh! Andrò a fare la spesa anche domani!