La capacità di profezia è di chi proietta la sua conoscenza ben oltre il suo momento soggettivo e storico. Così, il profeta è come colui che dalla cima di un monte vede avvicinarsi una figura. Se quel profeta è prevalentemente portato ad amare la vita, non interpreterà quella figura come una minaccia. Diversamente, se è prevalentemente portato a temerla, ed in ciò ad essere di piegato spirito, l’interpreterà come nemica. E’ chiaro che ambo le interpretazioni possono essere fallaci. Sino a che non succede l’una o l’altra delle due situazioni, ogni profezia può anche essere la visione di una mente che ha delirato per eccesso di visione, e/o di interpretazione. Se è la prova contraria, ciò che distingue una profezia da un delirio della mente, siano cauti con le affermazioni i ” profeti ” e, per non essere travolti da quelle visioni in quanto creduli, cauti noi. Per vederle con chiarezza, infatti, è necessario che quella figura si avvicini ai tempi del profeta, oppure, si avvicini ai tempi profetizzati dal profeta. Anche per aver solo passeggiato fra le tue idee, quindi, sento di poterle condividere. Non condivido, però, la generale amarezza che le pervade. [Questo non vuol dire che non condivido le dolorose verità che contiene, sia chiaro!] Non vorrei che questa amarezza, dipenda dal fatto che guardi il mondo da vicino. Visto da vicino, nulla è come ci pareva.
DENTRO FUORI OLTRE