Senza conoscenza

Senza averne conoscenza (figuriamoci coscienza) ho iniziato questo viaggio la notte di Capodanno del 1985 con una storia privata. Nel proseguo delle faccende si è rivelata di fondamentale importanza. Terminato quella storia nel Febbraio del 1991, nella primavera dell’anno sono andato avanti con questa, pensandola e vivendola “a palpeto”, come si dice in veneto quando si caccia rane negli stagni: modo altro per dire a caso. A storie scritte, però, tutto si è rivelato necessario. In questa strada, oltre alle mie peste racconto anche le mie corna. Non ho potuto non farlo perché in una seduta medianica (ci si creda o no, non è questo il punto) una presenza mi raccomandò di dire sempre la verità. Si riferiva ad una verità superiore? All’epoca non era fra i miei pensieri. Al più, e meglio adesso, conosco le mie verità. Si riferiva a quelle? Non gliel’ho chiesto. Nel proseguire l’esperienza, però, ho capito che non mi avrebbe risposto. Facendolo avrebbe influito sulle mie decisioni. Non facendolo, invece, m’ha lasciato libero di pensare quello che ero in grado di sapere e di capire: all’epoca non poco, pensavo sbagliando.

ANDANDO PER SCALINI