Ogni tanto un pensiero mi gira per la testa come un volo dentro una gabbia: devo occuparmi delle cose del Padre mio. Non sussultare che adesso mi spiego. Cosa significa, occuparsi delle “cose” del Padre? Per me significa questo: il Padre ha (ed è) una sola cosa: vita. Occuparsi delle cose del Padre, allora, è occuparsi della vita che ha originato. Vi è vita del Padre, vi è la nostra. Per quanto riguarda la vita del Padre, chi più eletto di Lui ad occuparsene? Quindi, non mi rimane che occuparmi della sua opera. Per quanto so e posso, ovviamente. Vi è l’opera che è diventata Vitaliano. Vi è l’opera che è diventata “per Damasco”. Ora, mettiamola così: Vitaliano si occupa della vita e “per Damasco” si occupa della Vita. Avendo principio dallo stesso Principio, è chiaro (almeno per me) che occupandomi del mio principio (della mia vita) mi occupo anche della vita del Principio. Siccome il Principio della vita è il Padre della vita, ne consegue che, occupandomi della vita e della Vita mi occupo delle cose del Padre. Più o meno consciamente (e/o intenzionalmente) è quello che facciamo tutti.
DENTRO FUORI OLTRE