ANDANDO PER SCALINI
Nella sua biografia, Venditti dice del rapporto con una madre castrante. Racconta anche come sia rinato dalle castrazioni che inibivano il suo diritto alla felicità e che è proprio a sua madre che deve quella riuscita. Non tanto perché fosse il chiaro proposito di quella donna (almeno per quanto dice Antonello) ma proprio perché la negazione della felicità è stato l’humus che ha favorito il suo felice canzoniere. Riconoscendo quanto gli deve, ora ama la madre come non l’ha amata sino a che era in vita.
Sia pure per altri versi ho patito anch’io l’infelicità da frustrazione provocata da quella madre che è la vita; ed è stato proprio a causa di quella lezione che ho potuto riconoscere la strada del bene, del vero e del giusto. Avrei scritto su cosa è bene, vero e giusto per la mia vita (e per la vita) se la madre che pensavo matrigna non mi avesse collocato nell’infelicità? No! Avrei vissuto di arti già dette, di canzoni già cantate da altri, e nella mia Asia, da pastore errante.