Neanche l’amore

Neanche l’amore può nulla contro la droga perché la droga, anestetizzando il dipendente gli anestetizza la capacità di sentire. Non per questo, la capacità di recitarli. A proposito di amore recitato non solo nei tossicodipendenti! Un tossicodipendente ha avuto la malaugurata idea di confermare le sue pulsioni omosessuali con la psichiatra che lo “curava”. Morale della favola: le Comunità interpellate (evidentemente informate dalla psichiatra) sapendo la questione si sono rifiutate di accoglierlo. Mi par di ricordare, ora che ci penso meglio, che vi è stata una che si è resa disponibile all’accoglienza ma ospitava solamente malati terminali. Fidati degli psichiatri! Indifferentemente se laiche o religiose, a proposito di amore, amare e di Comunità: come fa un tossicodipendente a restare senza sesso, se in quelle sedi riprende in pieno la sua vitalità? Si arrangia più o meno bucando la norma o, miracolo – miracolo diventa sessualmente angelico?

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