Permettimi di dirti fuori dai denti (almeno di quelli che mi sono rimasti) che la tua opinione su l’opera di Luisa mi ha lasciato perplesso. Mi scuso dell’eventuale errore perché ti cito a memoria; hai detto che gli scritti di Luisa non portano da nessuna parte, e che quindi sono sterili. Anche dell’errore, lo si può dire sterile, eppure, è il muro sul quale, battendo la testa, capiamo cosa non è errore. Direi, pertanto, che nulla è sterile, al più, non tutto porta dalle nostre parti, o nei nostri porti. Oserei dire, che almeno in questo caso, hai dato ascolto all’ingegnere più che al poeta che sei, pure a tuo modo. Quello squilibrio, mi ha sorpreso al punto che l’ho allontanato e non l’ho commentato, ma, evidentemente, rugava.
Sono andato a mangiare fuori. Ho fatto i miei soliti giretti in città. Ascolto le facciate dei palazzi. Quello che mi dicono le case. Che mi raccontano i negozi. Le voci dai passanti, il più delle volte mi irritano. Il più delle volte sono banali, quando non alterate ma è Lunedì anche per la città, stasera. In giro, quasi nessuno. Così, nulla mi ha impedito di ascoltarmi Luisa, dentro. Luisa, tesse parole, si può dire, ma, la parola, è l’emozione della vita che dice sé stessa. Dal momento che non nasciamo sotto i cavoli, si può anche dire che Luisa non narra solo sé stessa, quindi, narra anche altre voci della vita. Voci senza volto, ma non per questo, senza segno! Luisa, è la Grande Tessitrice, su queste pagine.
Non è l’unica, ma è quella più vicina alla mia sensibilità: non sempre ma non è in lei, il punto. E’ che ci si abitua anche ai Paradisi, e su queste pagine, chi più, o chi meno, chi per un verso o chi per un altro, tutti, siamo costruttori di Olimpi. Qualche volta, anche in competizione! E’ umano. Lo siamo, anche perché ci sei tu. Lo siamo, anche perché c’è lei. Lo siamo, inoltre, perché girando nei vostri giardini, capiamo meglio cosa vogliamo per fare il nostro giardino. Per tutto questo, Pabloz, puoi ancora dire che Luisa “non porta da nessuna parte”? O che tu, non porti da nessuna parte? Certo che lo puoi! Negando, però, quello che fai, per portarci dalle nostre parti, e nei nostri porti.
(Nel post scrivo di Luisa Ruggio, “tessitrice” in Blog.it ora chiuso. La lettera è datata: non la mia opinione.)
ANDANDO PER SCALINI