L’Amato mi dice

L’Amato mi dice: mia madre ti vuole conoscere. Sacramento un po’ ma ci devo andare. Entro in cucina. Mi siedo al tavolo. Sua madre mi “annusa”. All’improvviso, mi spara: ho saputo che è un amico di mio figlio! Siccome non mi piace girare tanto per il tondo, preciso: io non sono l’amico di suo figlio, io sono l’amante di suo figlio! Se le va bene, è così, se non le va bene mi dica la porta che me ne vado! L’Amato mi è mancato nel Febbraio del 91, ma con sua madre ancora ci sentiamo e ci vediamo. Ci regge un passato in comune come anche la reciproca stima. Questo per dire che anche quando non c’è l’amore, c’è pur sempre l’amare. Problemi?

Giugno 2006

Agosto 2022

La madre dell’Amato è morta. Qualche giorno dopo i funerali, nel dormiveglia ho sentito nella mente la sua inconfondibile voce. Ha pronunciato due nomi: quello del marito della figlia ed il mio. Anche in vita diceva il necessario. Anche in vita quasi mai lo spiegava. Qualche giorno dopo l’ho vista nella parte interna della fronte: in alto a sinistra. Dimostrava sui cinquant’anni: era mancata verso i novanta. Era diventata bionda e fortemente gioiosa. Non l’ho riconosciuta subito perché non l’avevo mai vista così. La figura vista dall’interno della mente (a decine i casi singoli come anche collettivi) era collocata così:

Ho provato a decifrare quella posizione ma vista l’impossibilita di chiudere le ipotesi in una pur minima conoscenza ho lasciato perdere. Per quel poco che mi aveva raccontato e per il molto non detto quasi mai i suoi vissuti poterono procedere secondo la sua volontà. Lo poterono, invece, se l’inclinava verso l’interesse che la minava in minor modo: lo facciamo tutti, direi. Secondo un evangelico pensiero direi che è nella posizione di chi inclina verso l’Alto quello che è stata secondo Natura e verso il Basso quello che è stata secondo Cultura. Fu sempre orgogliosa della sua mente. A maggior ragione quando la parte femminile era maggiormente inclinata verso la maschile. 

DEI TEMPI CHE FURONO