Graficamente parlando, il “Virgilio” era proprio orrendo, così, cogliendo al volo l’opinione di una commentatrice che l’aveva definito – inquietante – l’ho mandato in pensione. Non l’ha presa bene!
Io inquietante?!
Forse per occhi che vedono inquietudine perché nella vista inquieti. Diversamente, sono solo una immagine accompagnatrice. Certamente mi si può caricare di simboli; simboli, che se non spogliati e chiariti a giusto modo indubbiamente disorientano i spiritualmente tranquilli (tali si dicono) come motivare per esasperate letture i portati all’inquietudine. Io sono rosso chiaro nella testa, nel petto, e nelle gambe. Per via del colore del sangue, il rosso simbolizza la vita, e la vita ha sangue venoso (che è scuro) e sangue arterioso che è limpido. Com’è per tutti, così anche per me che vi accompagna nel mio viaggio.
Sempre simbolicamente parlando, dove il mio sangue è rosso limpido, significa che sto camminando nella vita, limpidamente. Dove nelle anche è scuro, invece, significa che la potenza del mio cammino è variamente appesantita quando non di ombrata facoltà. La vita è uno stato di infiniti stati di vita. Alla stregua, anche le condizioni del sangue, e pertanto, anche dei cammini. Nei coscienti di sé la vita è chiara. Del rosso e del sangue, quindi, sono portati a vedere il chiaro: stato di luce che simbolizza la verità che è nel sangue lucido perché nella vita lucida. Gli inquieti già di per sé, invece, nella mia figura coglieranno la parte scura: oltre a quanto detto, anche luogo della coscienza nel torbido per via di impurità naturali nel sangue o morali e/o spirituali nella mente. Direi allora, che gli stati del mio rosso, altro non rammentano che i vostri stati di rosso. Chiari o scuri che siano, ad ognuno il suo giudizio. Ciò detto, non ho altro da aggiungere.”
DENTRO FUORI OLTRE