Se è vero che sono influito dallo spirito di Socrate, allora sono filosofo tanto quanto sono influito da quel filosofo, ma, dicendomi ”illustre collega“, Robert Kaufman si riferiva al mio filosofico spirito, o allo spirito di Socrate che gli è certamente più collega del mio? Se uno spirito riconosce uno spirito in quello di un altro, allora, ciò significa che tutte le identità conservano la vita di ciò che furono. Se conservano ciò che furono, allora, il rapporto fra Socrate, Kaufman e me, non è spirituale ma, appunto, spiritico. Se è spiritico, si ricordi che il mio rapporto con lo spirito di Socrate (e/o di Kaufman) è bene e vero tanto quanto è giusto. Chi può dire quanto è giusto? Con me, ovviamente, lo spirito di chi legge quanto sostengo. Come? Sentendo la propria emozione, cioè, lo stato del proprio spirito. Se è in pace (cessazione di ogni dissidio) necessariamente è nella verità tanto quanto è in pace. Sempre sul “Fedro”, detto da Socrate, leggo: “… i sacerdoti del tempio di Zeus a Dordona assicurano che le più antiche profezie sono venute da una quercia . “Non ricordo precisamente, ne quando e ne in che contesto ma parlando del mio amico l’entità “Francesco ”mi disse”: perché tu sei una quercia e lui è un ramo secco?” Se avesse detto il contrario non m’avrebbe fatto male tanto quanto. Se è vero che la definizione dello stato del mio amico mi preoccupò non poco, non di meno, anche la definizione del mio stato mi preoccupò. E’ indubbiamente bello sentirsi dire che si è una quercia perché una quercia è forte, grande, protettiva, ecc. ma per quanto grande, forte e protettiva, chi protegge la quercia? Il cielo, mi dissi! Ma se dal cielo scendono i raggi del sole, dal cielo cadono anche i fulmini! E, allora? Allora mi domandai: cosa c’è di più grande del cielo? Mi risposi: più grande del cielo, c’è soltanto la vita. Così, solo confidando nella Vita, mi fu possibile di accettare l’idea di essere come una quercia.
DENTRO FUORI OLTRE