Cortese signore: qualche anno fa le scrissi sull’amore mariano di Pietro. Oggi, ai suoi studi ricordo una possibilità del Male. Il Male sa fingere il bene, molto bene tanto quanto è male. Dal che ne consegue, che il male è maggiore, dove maggiore è la rivelazione. Stante l’affermazione, le chiedo: quale certezze, su l’identità dello spirito apparso a Mosè, a Maometto, a Saulo di Tarso? Se il Male sa fingere il bene, molto bene tanto quanto è male, è chiaro che non ne possediamo alcuna. Allora, quale la provenienza e/o l’identità dello spirito, che servendosi di quei tramiti ha fondato la religione d’Israele, quella Mussulmana, e quella Cattolica? A mio avviso, troveremo la vera identità dello Spirito rivelatore di ogni religione, tanto quanto troveremo il coraggio di tornare da capo, cioè, dal Principio. Nel mio sito in indirizzo, sostengo cos’è “capo”, e cos’è il Principio che ho trovato nel mio viaggio “per Damasco”. Nella mia opinione, non vi è alcun dissidio fra fede e ragione: sarà perché cerco il principio di ogni comunione, sarà perché cerco il principio di ogni amore. Con i miei più cordiali saluti, Vitaliano
ps. Diversamente dal Profeta e da Saulo (in buonafede il primo e non so quanto il secondo) Cristo non ha dato retta agli spiriti, quindi, è possibile pensare che nessuna identità spiritica abbia promosso l’opera di Cristo. Si racconta, è vero, di una tentazione. Si racconta anche che l’ha respinta.
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