Sul tardi

Sul tardi di qualche sera fa, dopo aver fatto l’amore con un amico arabo mi addormento e sogno che sto facendo l’amore con un arabo. Non ricordo particolari perché mi ritrovo (sotto un cielo con qualche leggera nuvoletta ma limpidissimo) in una estesissima piazza: è circondata da colonne. L’architettura è da moschea.  Le colonne non reggono nulla che si veda a parte un cielo che sta più in alto. Lo sguardo mi cade su un pavimento di un marmo a “nuvole” perlaceo_dorate. Da sveglio lo riconosco come alabastro. E’ percorso da strani ghirigori in nero. Bello, l’effetto! Guardo meglio. Non sono ghirigori: è calligrafia araba. Sollevo lo sguardo dal pavimento. Lontana c’è una presenza: una macchia nera vestita alla araba. Per impronta, la direi la stessa che mi si è rivelata in camera da letto: da qualche parte ne parlo. L’ombra sta distante come se non volesse farsi vedere, oppure, come non volesse o non potesse farsi vedere più da vicino. Era distante a causa sua? A causa mia? Distante perché proveniente da tempi e/o luoghi distanti perché, a me, di molto precedenti?  Non faccio in tempo a vederla che non la vedo più. Penso di sapere chi è ma nella mia realtà non vedo affinità fra il mio spirito e quello di quella presenza e questo mi fa dubitare. In effetti potremmo essere affini per affini esperienze ma preferisco non andare oltre; prima o poi lo saprò.

DENTRO FUORI OLTRE