Di che ti meravigli

ANDANDO PER SCALINI

Di che ti meravigli se c’è gente che vuole bruciare il Corano? Non lo sai che la mamma degli imbecilli è sempre incinta! Generalmente, per imbecille si può intendere chi è culturalmente e/o psicologicamente mancante e quindi, debole. Quando scrivo imbecille, quindi, sappi che penso a debole. Si può non aiutare un debole? Certo che si può ma contravvenendo sia allo spirito islamico che a quello cristiano. Limito il discorso a queste due religioni per il solo fatto che a te, islamico, si sta rivolgendo un cristiano. Alla cura contro una imbecillità spirituale intesa come debolezza nella rispettiva fede, al principio delle cose conosciute (?) ci sono stati due medici: il Cristo evangelico e il Profeta islamico. Su chi sia il più Grande o l’Ultimo ognuno tira l’acqua al mulino che macina la sua farina! 

Secondo razza, carattere personale e tempi storici, e secondo esperienza di vita e sapienza (comunque raggiunta) questi due medici hanno curato l’imbecillità con i loro cerotti. Il Cristo evangelico cerottò la sofferenza con l’idea di Padre. Il Profeta islamico, invece, cerottò la divisione fra le sue genti con un supremo servizio: dedicarsi a Dio. Chi è dedito a Dio non può non esser dedito al Padre essendo Dio il Sommo Genitore del creato. Da questi due Nomi (Dio e Padre) che non esito a dire primi da tanto sono universali, a valanga ne è disceso una infinità di imbecilli interpretazioni, e una moltitudine di monopoli; per monopolio intendendo, esclusivo possesso e settaria gestione della Parola da parte di deboli che per curare la corrispondente umanità si sono serviti delle idee su Dio e ne hanno fatto un potere per sudditi, o una protesi per invalidi, o una forca per liberi.

Se è ben vero che nulla può provare la legittimità del compito dato da uno spirito al Profeta (sempre impiccioni gli spiriti!) è anche vero che nulla la può smentire. Al più, possiamo non crederci. Lo potrebbe smentire Dio, ma Dio, tace. Tace veramente, o siamo noi che non sentiamo la Sua parola perché principalmente presi ad ascoltare la nostra? Dico sentiamo e non ascoltiamo perché la Parola non si ode con l’orecchio: si ode per emozione. Le emozioni sono il verbo della vita che ascolta sé stessa, e/o, elevando il pensiero, che ascolta la Vita. Quale vita sentiamo veramente? Quella dell’amore, o quella del potere, o quella della confusione fra amore e potere? Sia nella fede cristiana che in quella islamica si può dire forte, e quindi non imbecille, il Credente che ha riscritto il Libro nella sua mente, nel suo spirito, e di conseguenza (se conseguente è) nella sua vita.

Quelli scritti nella carta, invece, si possono ristampare e la data spiritualità elevare indipendentemente dalla quantità di carta che un imbecille può bruciare. Certo è, che non dovremmo mai “ristampare” i Profeti come abbiamo fatto ma cosa fatta capo ha dice un noto proverbio, o Insciallah come dice l’Islam. Tutto considerato, sai che ti dico infine?! Ti dico che l’imbecille gesto del pastore ha finito coll’esserci utile! Infatti (sia pure sé nolente) ci ha brutalmente posto di fronte ad una domanda, che esigerebbe una giornaliera risposta: di quale mater sono figlio? Della forte o dell’imbecille? Ignorare la risposta è indebolire la mater forte, o far prostituire quella imbecille. Vero è, che “ognuno fa quello che può.”