Molti anni fa passando davanti alla porta della stanza da letto che era al buio mi successe di vedere una luce verticale di un vivissimo color ametista. Illuminata dalla luce vidi una “macchia” a forma di corpo. La luce ametista non lo attraversava, quindi, quel corpo aveva una sua “fisica” consistenza. La direi araba, quella presenza perché vestiva l’abbigliamento di quella Cultura. Non mi ricordo, ora, come si chiami. L’avrei detta sul metro e settanta, larga di spalle, non grosso o grasso, Non so come faccio ad affermarlo visto che nell’insieme era una macchia nera, tuttavia, più che sembrato così, mi sento di dire che era così. Lo so che è azzardato sostenerlo, ma quell’ombra aveva una mano sul libro che in quei giorni avevo posto sul comodino: la Bibbia. Non saprei dire se la luce ametista sorgesse dal libro o vi cadesse. Il letto mi impediva di vedere se toccata il pavimento, però, giungeva al soffitto. L’apparizione durò un battito di ciglia. Simbolicamente parlando ho preferito non leggerla. A badarci più di tanto, le ipotesi che ne potrei trarre sono identitariamente scardinanti: le guardo e passo.
DENTRO FUORI OLTRE