Molti anni fa andai a perorare la causa di una Comunità per Td. che un Borgo di Verona non voleva inserita nel suo contesto. Quando mi fu data la parola iniziai l’intervento dicendo: ” vi parlerò di vita e di sangue “. Non mi piacque il tono baroccoso di quell’introduzione. Mi parve spropositato. Ricordo che lo pensai, dopodiché, buio. Al cinema, le è mai capitato di vedere lo schermo nero e poi un ” occhio ” che allargandosi rivela una immagine? Ecco, successe così che ripresi a vedere dove stavo. Mi risvegliò il pss – pss di un relatore che, o si era stufato del mio intervento, o temeva che il tempo del mio togliesse tempo al suo. Uno psichiatra (dr. Alessandro B.) che era li per analoghi motivi, mi disse: hai detto quello che io non ho potuto dire. Di quello che ho detto non so assolutamente nulla, ma se intervento c’è stato e se non da me perché non ne ho coscienza, da chi? Se questo è ”trance”, l’ho chiaramente subito perché non ho fatto e detto assolutamente nulla per raggiungere quella condizione da vita altra.
DENTRO FUORI OLTRE