Nello scritto “Dio esiste nel pianto di un bambino”, sostengo che è Motore. Come Motore, l’hanno detto “Immobile”. L’unica vita immobile che conosco è quella dei sassi. Dio, è un sommo sasso? Se non lo è, allora, non può essere che mobile! Come sia mobile è al di fuori della mia conoscenza, come, credo, aldifuori della conoscenza di chi l’ha detto immobile. Non per questo non posso dire la mia: vale quello che vale. Se ammettiamo, che, vita, sia corrispondenza di stati fra Natura, Cultura e Spirito, quello che è della Somiglianza non può non essere dell’Immagine. Se ammettiamo che la vita divina è somma, somma sarà la corrispondenza dei suoi stati. Nella somma corrispondenza, quegli stati confluiranno nella somma unità. Si congiungeranno al punto da renderla immobile? Per quello che se so, potrebbe anche essere, ma, se è vita dal principio non può essere che in moto e quindi Motore mobile. In ragione delle condizioni fisico – psichiche, il nostro cuore pulsa un tanto al minuto. Ora, immaginiamo il cuore divino come quello della vita. Adesso, immaginiamolo come l’hanno sempre definito (eterno) o come ora lo stanno pensando: senza fine. Il suo battito, quindi, pulserà secondo la misura del suo tempo e/o secondo lo stato di quell’inimmaginabile condizione. Poiché non siamo assolutamente in grado di concepire la misura di un tempo senza fine, neanche siamo in grado di concepire la frequenza del battito del cuore di quella vita. Allora, è motore immobile o mobile, oppure é giusto che la teologia riconosca i suoi limiti prima che glieli ricordi il Motore, buttando giù anche quella vanesia Torre? Nella speranza che risparmi la mia, una possibile risposta potrebbe essere questa: il Motore è immobile perché è, ed è mobile perché permette ciò che è.
DENTRO FUORI OLTRE