Indipendentemente dalla cultura che evoca (la buddista che apprezzo tanto quanto corrisponde ai miei principi) ho adoperato questa immagine
per suggerire l’applicazione di una forza che non rimane solo mentale: la meditazione. Dati gli intenti ed i principi su cui si basa, attraverso la meditazione si sente la vita tanto quanto si riesce a sgombrare la mente da ogni altra voce. In questo risultato, il mio significato di meditazione ed il suo intento. Per ottenere il silenzio mentale che permette l’ascolto di sé, basta il rifiuto di seguire i pensieri ed i casi molesti; basta mettere gli uni e gli altri fuori della mente, come fuori di casa si mettono i sacchetti della spazzatura. Non è difficile: ci vuole solo un po’ di esercizio. Ci vuole anche dell’auto controllo. Questo, sì, un po’ più difficile; siamo invasi da tanta di quella roba! E’ chiaro che escludere dalla mente l’idea di semaforo potrebbe comportare qualche inconveniente. 🙂 Meditare per silenzio, quindi, non è cassare la realtà, ma sentire la vita che ci corrisponde, perché abbiamo escluso dalla mente quella che non ci corrisponde. Ho usato l’immagine della meditazione, anche per sostenere lo schema della trinitario – unitaria corrispondenza degli stati della vita. Prima di questa avevo adoperato un triangolo equilatero. L’idea non era sbagliata ma non mi andava bene. Forse, perché bastava la triangolare posizione dei concetti, forse perché antica, forse perché biblica: non lo so. Robert Kaufman, filosofo svizzero dei tempi della Rivoluzione Francese, (non ricordo se vissuto a Brema o Berna), mi è stato una Presenza leggera come la penna d’oca che usava nello scrivermi i suoi messaggi per mezzo di un tramite. Desidero dedicargli la scelta dell’immagine che ho usato come sfondo della pagina d’ingresso e dei menù. Dei sui scritti mi disse che “non si era conservato nulla d’importante”. Non sono in grado di verificarlo ma non vedo perché non dovrei credergli. Comunque sia, (a meno che non me ne sia reso conto), il Kaufman non ha avuto influsso sui miei scritti. La constatazione sulla conservazione della sua opera, però, mi ha reso più attento sulla conservazione della mia. Sostengo che la scrittura del Kaufman era a “penna d’oca”, vuoi per lo stile della calligrafia, vuoi perché il tramite intingeva la biro in un calamaio che non c’era. Furbizie da medium? Il tramite ha sempre superato le mie verifiche da diffidenza.
FUORI DENTRO OLTRE