Con “Principato e Religione”

Con “Principato e Religione” non me ne voglia neanche la Donna se ho usato un’immagine maschile nell’Indice iniziale di una passata edizione del sito. Non volevo assolutamente far intendere che dal mio principio maschile (la Determinazione) sia escluso quello femminile: l’Accoglienza. L’elemento femminile nell’Uomo, infatti, è dato dalla capacità di accogliere, mentalmente e spiritualmente, vuoi ciò che ha determinato la sua vita, vuoi ciò che dell’altra vita (o la vita nel suo complesso) gli determina di accogliere. Per l’alterno ma complementare principio, l’elemento maschile nella Donna è dato dalla capacità di determinare ciò che culturalmente e spiritualmente è da accogliere, vuoi per interessi della sua vita, vuoi per interessi di altra vita, vuoi per interessi della vita nel suo complesso. La vita, però, è stato di infiniti stati di vita, quindi, la Figura maschile e/o Femminile, ha infiniti stati di determinante o di accogliente volontà di vita. Gli infiniti stati di determinazione ed accoglienza, femminili nel maschile e maschili nel femminile, compongono infiniti stati del carattere maschile e/o femminile dell’Uomo e della Donna. Nella Figura maschile o femminile, il prevalere di un dato carattere, (il determinante o l’accogliente) forma la prevalente l’identità sessuale. Sia essa Eterosessuale, o Omosessuale, o altre non prevalenti a livello numerico e/o sociale.

Al punto:

* se, vita, è lo stato di infiniti stati di vita;

* se il principio della vita è il Bene;

* se le due condizioni sono l’origine della forza sessuale sentita dal prevalente stato di vitalità e di vita;

* se, la norma non può essere data dal carattere sessuale, (in quanto, al principio, vi fu vita in quanto Bene e non un suo orientamento sessuale) non si può non trarne che una conseguente logica, e cioè, indipendentemente da ciò che si è e si ama, si è normali operando vita dando del bene, e si è anormali operando contro la vita non dando del bene. Il punto dolente della sessualità giudicata socialmente e/o culturalmente, e/o religiosamente non normale, quindi, non è dell’Essere (di per sé, Bene) ma il suo Fare. Per quanto sostengo, oltre ai Normalizzatori e la Donna, non me ne voglia neanche chi pratica il dolore, l’errore, e l’altrui “fatica di vivere”, allo scopo di ricavarne bandiere politiche, crociate morali, o egocentriche missioni religiose.

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