Normale è chi segue l’insieme di regole redatte sia a favore del cittadino che della società. Nella data società, non a tutte le persone è di adatto portamento l’abito sociale precostituito. Al che, ad alcuni risultano lunghe o corte le maniche e ad altri lunghi e/o corti (e/o larghi o stretti) i pantaloni maschili e/o i femminili. Così, vuoi per correggere la giacca, vuoi per correggere i pantaloni, ognuno si rifà l’abito secondo sé. L’alterno modello non sempre è approvato dal sarto: lo Stato sociale. Basta la non approvazione del sarto per rendere anomali quei modelli? Basta, se lo Stato si dice che Parigi (la riuscita dei suoi intenti di potere) val bene una messa, cioè, il dolore che procura facendo indossare a tutti lo stesso abito? Ognuno di noi è via della vita. Infiniti gli stati della vita e quindi, infinite le vie ma nessun Stato sopravvivrebbe se non ponesse l’infinito dentro il suo finito. E’ normale? Se non è funebre la messa che vale Parigi, si.
ANDANDO PER SCALINI