L’importante è godere dice Loris

Sul molto tardi di ieri, sulla scalinata che porta al mio giardino incontro un moldavo. E’ oltre i trenta. Tracagnotto. La sua stretta di mano è asciutta, certa, e molto forte. Non tanto per virile disfida, quanto proprio per una sua naturale potenza. E’ più basso di me. Sento che mi guarda come se fosse un bambino davanti ad un campanile. Non solo è disponibile verso di me, ma anche verso ciò che sessualmente sono. Già! L’importante è godere, dice il Loris, ma, lo è anche quando si conoscono (ed in molti casi è meglio temere) i prezzi non dichiarati? Vi sono etero esclusivamente tali, ed etero, prevalentemente tali. Prevalentemente tali, significa esserlo anche in diverso modo, cioè, non solo con la donna. Non di certo perché amano l’uomo, ma perché possono godere anche con l’uomo, purché (almeno il più delle volte) quella figura maschile non gli rappresenti la stereotipata idea di Finocchio. Nel qual caso, la possibilità di godere anche con l’uomo non viene presa in considerazione, ammenoché (quel genere di eterosessualità) non patisca una inderogabile fame di maschio. Per qualsiasi parte sessuale in discorso, infatti, quando un desiderio impera sui sensi, anche il pane vecchio diventa di giornata! Vi sono etero che conoscono e gestiscono con equilibrio sia la propria prevalenza sessuale che la parte minoritaria, e vi sono etero che rifiutano quanto sentono pur avvertendone il bisogno. I soggetti in questa de_formzione sessuale sono instabili (sia sessualmente che identitariamente) e, almeno in potenza, culturalmente e psicologicamente costituiti su basi patologiche. Distinguere a priori l’etero naturale dall’etero non etero occasionale è impossibile. Se non altro, perché anche i malati sanno sorridere come i sani. Possibile distinguere, lo diventa, quindi, solo dopo aver versato di che poter vedere il piatto! Pazienza, se in quel piatto non c’è di che rendere soddisfacente una partita, ma, e se ci fosse di che farla diventare pericolosa quando non l’ultima? In quei casi, il giocatore socialmente più debole (donna o omosessuale che sia) rischia di diventare il capro sacrificale per chi l’ego che si recupera rifiutando quanto l’ha fatto agire come rifiuta di agirsi. Fatti del genere capitavano solo nel mondo omosessuale. Ora, invece, capitano anche nel mondo delle donne che cercano il proprio piacere sessuale come l’ha sempre cercato l’uomo, e/o il mio genere di uomo. Morale della favola: in campana donne e omosessuali! Ci sono agnelli che mordono come lupi! Questo non significa che le donne e gli omosessuali debbano rinunciare al pascolo! Questo significa badar maggiormente ai compagni di pascolo.

ANDANDO PER SCALINI