Principalmente, direi, perché la Donna è quel complemento personale e storico che permette all’Uomo di fondare sia la sua identità personale e di vita, che la sua fede nella sua potenza. Se ne renda conto o meno, ma la Donna che rifiuta questo percorso, e/o lo interrompe, altera quel progetto il più delle volte anche inconsapevolmente. Consapevole lo è solo nel suo desiderio di liberazione. Ciò vuol dire che la Donna deve irrimediabilmente sottostare al principio maschile della vita? No. La Donna (come d’altra parte l’Uomo) è esclusivamente sottoposta al principio della vita: essere e dare vita. Come? Secondo sé! E qui casca l’asino! Quanto è libera l’identità maschile e femminile di vivere e di unirsi ad altra vita secondo sé? A mio avviso lo è, solo nel credersi libera. La personalità non libera come anche quella che si crede libera, è morta molto prima che venga uccisa. In questa situazione, tentar altre scelte di vita da parte della donna, rischia di essere uno scomposto tentativo: quello di uscire dalla cassa in cui l’ha rinchiusa una disumana normalizzazione; e questo vale per tutti i sepolti da norme non proprie all’umanità anche se proprie alla cittadinanza.
ANDANDO PER SCALINI