Secondo stati di infiniti stati lo Spirito è maschile quando determina la potenza della sua forza. E’ femminile, invece, quando Accoglie la potenza della sua forza. Vita, però, è stato di infiniti stati di vita, così, anche la forza e la potenza della vita maschile (come della femminile) è stato di infiniti stati. Dalla corrispondenza di forza e di potenza fra lo stato maschile della vita e quello femminile si origina la vita per infiniti caratteri e infinite forme. Così “in Basso” (nello stato al Principio somigliante) e così in Alto: lo stato della vita originate: l’Immagine. Sul Sinai, Mosè ha accolto la manifestazione di uno Spirito (sia di Dio o no non è l’oggetto di questo discorso) all’inizio dubitando (mi pare) ma in seguito (anche per le particolari manifestazioni di quella forza) cedendo la sua ragione a quella Ragione. La remissione di una ragione a un altra, è il principio base dell’Accoglienza che nella Donna forma la femminilità e il carattere della sua forza.
Si può pensare, allora, che lo spirito del Mosè si fece (culturalmente e spiritualmente parlando) Ancella di quello Spirito. Con il Mosè, si fece Ancella anche l’Israele che accolse lo Spirito che il Mosè aveva accolto. Per quella a_razionale e totale remissione della singola e collettiva fede, quello Spirito li disse Eletti. Si può dire che è stato, storicamente e spiritualmente così, sino all’Olocausto. Cosa è successo dopo la strage di quel popolo? A mio sentire, è successo che ha detto basta al ruolo del sacrificatante Isacco che nel tempo era forzosamente diventato. Umanamente parlando con tutte le ragioni, tuttavia, con delle conseguenze spirituali, forse non considerate. Ammesse e non per questo concesse le mie ipotesi, da parte di Israele vi è ancora l’originale corrispondenza di spirito (la vitalità particolare) con lo Spirito: la vita universale?
A mio sapere (so perché sento, non, perché conosco) direi che quella alleanza cessa, tanto quanto non si accoglie lo spirito di quel Principio con la principiante remissività spirituale. Si può dire, pertanto, che L’Israele di ora non è più eletta Ancella, tanto quanto si fa l’eletto maschio che (sia nel particolare che nell’universale) pone alla vita (e di conseguenza al suo Spirito) delle egocentriche condizioni. Nulla come il dolore e il conseguente lutto possono mutare così tanto un’Identità; lo possono sino a far deragliare un animo dalla sua strada. Quella percorsa da un popolo Isacco disposto per fede ad accogliere il sacrificio della vita, o quella del popolo Isacco, che dimostra (sia al particolare mondo che all’universale) così tanta fede nello Spirito della vita da fermare la mano che gli tiene il coltello alla gola? Non so: oltre non “vedo”.
ANDANDO PER SCALINI