RACCOLTA DAI PENSIERI
Alla Signora Segre – Lettera aperta – Seconda parte
“ISRAELE AIUTA IL TUO POPOLO”
Dico sempre che la verità è come un arancia e che possiamo vedere solo gli spicchi davanti gli occhi.
* Premetto un chiarimento: anzi due! So quello che dico ma non so di cosa parlo: solo sento. Guaio è che il sentire mica ci bada al sapere! Può succedere così che in ambo le parti della lettera vi siano ignoranze quando non delle vere e proprie fregnacce. In vero, sarei molto più preoccupato se dovessi usare questa lettera per imbastir crociate, ma fra le tante idiozie che ho fatto e fra quelle che ancora potrei fare vi è un’indubbia verità: col cavolo che mi metto a far crociate!
* Siccome ho in fastidio qualsiasi stato del disturbo manderò questa parte della lettera a quelli che hanno ricevuto la prima ma solo se riceverò un qualche riscontro.
Al Fatto Quotidiano (certamente spazientita ma lo stesso con ilare ironia) ebbe a dire “Basta con gli Ebrei” sostenendo che era questa l’opinione di gran parte dei non ebrei. E’ veramente così? So e Ni mi sono risposto. Credo invece che degli Ebrei si pensa quello che ha esclamato, non tanto per il loro Essere, quanto per ciò che “impone” (implicitamente quando non esplicitamente) a motivo del globale dolore che ha patito, sia (si pensa) perché politica e religione usano quel dolore come una difesa di indiscutibile diritto anche quando è in over. E’ certamente ben difficile distinguere cosa è lecito ad Israele o cosa non gli è lecito stando fuori dalle sue braghe! Difficile ma non impossibile, però, se è vera e giusta la giustizia che Israele persegue. Quando possiamo dire che la una giustizia è vera? Secondo Spirito quando in essa non vi è alcun dissidio, perché in assenza del dissidio la vita persegue i suoi principi senza dolore naturale e spirituale e senza errore culturale. Mi rendo ben conto che vivere secondo questo pensiero è ben difficile nella situazione di Israele. Se decidesse di abbandonarsi alla volontà del Tutto, certamente gli sarebbe più facile e più semplice, ma per chi lo fa già vedo che ancora non è così.
Guaio è, che il potere politico e religioso ne sanno una più del diavolo! 🙂 e che per quella conoscenza dicono volontà del Tutto quello che i loro interessi fanno diventare una totale verità. Succede così che la Verità al principio collide con la nostra: per questo, in tutti e fra tutti gli stati della vita è presente il dissidio: non nella vita del Principio, ovviamente. Oltre alla citata diavoleria non sono poche le cose avvinghiate su sé stesse in Israele. Per scioglierle ci vorrebbe una Verità che certamente non conosco: tantomeno possiedo. Memore di questo avrei voluto non toccare quello che sto toccando ma non posso fare a meno. Le dirò perché raccontandole cosa mi è successo una trentina di anni fa. In una seduta medianica (medium un amico) una Presenza (chissà di chi) mi indirizzò questa affermazione: Israele, aiuta il tuo popolo! Si immagini un perso per aver perso chi amava, che tira avanti con lo spirito che gli era rimasto e che si sente rivolgere un invito del genere!
A me: un nessuno per tanti mettendo anche me fra i tanti! Non credo di saperle dire il disorientamento che mi venne da quella spiritica sparata! Riuscii a tornare a me stesso, penso, solo perché sono un Ariete! 🙂 Oltre a questo, all’epoca ero solo quello che sentivo: un lutto dalle incontenibili emozioni. Influito da quelle bufere emotive giunsi a scrivere al Rabbino di Segni una lettera che riletta anni dopo la trovai da manicomio! Quando l’avevo scritta invece, mi era chiarissima! Succede quando un’ascesa della mente è tale da togliere fiato alla ragione. Anche questa lettera potrebbe essere fuori di testa ma dentro o fuori che sia perché sento che gliela devo scrivere. Per salvare Israele? E ammesso il compito, da chi e perché? E da quanto è oltre sé o da quanto è del suo odierno sé? Contro quanto è avverso a Israele non ho alcuna possibilità: sono vecchio, col pancreas e il cuore a ramengo, con il cervello in attesa di ictus, e con i polmoni carbonizzati da mezzo secolo di sigarette. Come non bastasse, pure con la minima! In queste situazioni, cosa mai potrei fare per aiutare “il mio “popolo”?!
Certamente non penso di riuscirci con una letterona che non finisce mai ma se è vero che niente di definitivo lo conferma è anche vero che niente di definitivo lo nega: quindi non mi resta che fermarmi o andare avanti. Sono andato avanti perché nessun Ariete si ferma prima di quanto sente di doversi fermare: e qualche volta anche dopo. Nei casi di un Lutto da estreme condizioni mica ci si accorge delle sofferenze che possono innervarsi talmente tanto da diventare un’anestetizzata facente parte. Le cito un ricordo: guardandomi nelle vetrine dei negozi ai tempi del mio lutto mi vedevo con un ventre piatto che neanche da palestra: era una goduria per la vista! All’epoca, però, mica sapevo che ad aver attuato quella goduria era stato un esaurimento pressoché totale, non, una bellezza finalmente rivelata! Ad un claudicante per lutto capita (emozionalmente parlando) di vivere la protesi che gli regge il passo con la stessa naturalezza della gamba. Cosa rende Israele un possibile claudicante per lutto? Il dolore che ha subito in ogni sua parte, ovviamente!
Quale la conglobante protesi che regge il suo passo? E’ sotto gli occhi di tutti ma è tutto? Non lo penso: penso invece che il lutto che Israele sta ancora subendo sia come una matriosca: dentro la palese c’è la nascosta: e nella nascosta, quello maggiore.
(Dicono che le rime siano maggiormente componibili dagli schizofrenici! Andemo ben! 🙂 )
Quale la faccia della celata matriosca? A mio sentire quella dell’Israele che al massimo della sua tragedia ha domandato all’Origine del suo spirito perché “mi hai abbandonato?” Lo so: sto vedendo Israele con una storia religiosa che in quel caso non gli appartiene ma quanto può dire che è così visto che in ogni genere di umanità e di cultura, il dolore può giungere al male che a tutti fa sentire la stessa depressione; depressione che porta allo stesso dubbio sull’esistenza della vita, e/o elevando il pensiero, dello stesso Principio comunque lo si creda e/o lo si nomini
Può essere anche questa ipotesi ciò che forma il lutto non palese di Israele: aver dubitato del suo Spirito perché sia per vista che per emozione si è sentito senza difesa e quindi abbandonato? Ammessa l’ipotesi, Israele può risolvere il dubbio tornando a credere come credeva prima; e se non fosse così perché non riesce a togliere quel verme dalla sua mente? Che può fare, allora, Israele? Chiedere all’Alto il per_dono? Sul fatto che l’ottenga non ho dubbi (la Vita perdona sempre chi non sa quello che fa) ma su questo caso come su altri in cui è stato di dura cervice qualche dubbio c’è l’ho, ma crepi Cassandra: non crepa. E se sa perdonarsi oltre a sapere che è perdonato che ci fa davanti a un Muro che non essendo vita (al più, testimonianza storica di ricordi che riportano dolore e quindi non_vita) non ha alcun spirito che può perdonarlo? Ovviamente, di quel Muro mica mi aspetto che Israele ci faccia una discoteca, ma, ovviamente sempre secondo me, quello che ora è polvere del tempo dovrebbe essere lasciato alla polvere dei tempi. Sia chiaro che quello che penso del Muro penso anche di quelli del Pianto (quando non dell’idolatria) che sono le Chiese.
Basta pianti! Muro del pianto è già la vita come l’abbiamo fatta e di pianti non se ne può più! Non vi sono dubbi sulla Forza e sulla Potenza dello Spirito solo quando uno spirito (umano o sovrumano che sia) si abbandona alla volontà dello Spirito: costi quello che costi. Può essere che Israele non sia più di questa idea perché il dolore ha fatto deragliare la sua mente dal millenario percorso? Può essere che per tale causa, l’Israele che ha sempre pagato i suoi costi senza opporsi (“a me la vendetta”) abbia deciso, invece, di averla in proprio? Può essere che il suo bisogno di vendetta sia tale da volerla far pagare anche al mondo che, pure quello, l’aveva abbandonato? Può essere questo l’aiuto che devo al mio popolo? Dal mio spirito al suo, porgli delle domande? Non so.
Tornando ai miei pensieri la lascio ai suoi non prima di porgerle i più distinti saluti.
Verona 1/ 2/ 2023