Non tutti trovano casa

La nostra vita è gestita da due potenze: il Sapere ed il Sentire. La corrispondenza fra le due potenze (bagnate nell’esperienza che si confronta con altre) fonda e forma, quello che chiamiamo bagaglio culturale. Tutto molto bello e molto chiaro, detto così! Come mai, allora, per moltissimi anni della mia vita, è stato il Sentire, che ha prevalentemente gestito il mio Sapere? Mi sono risposto: perché la forza della mia vitalità naturale, era maggiore di quella della mia vita culturale. Ho potuto mettere in paritaria gestione i due poteri, quando ha cominciato a calare, la mia vitalità naturale. A quel calo (non necessariamente fisico) ha contribuito il costante lavorio del mio pensiero su di me. Un Sentire, che tracima dagli alvei posti dal Sapere, è una forza che trova i suoi termini solo in sé stessa. La stessa cosa si può dire della passione. Si può affermare, pertanto, che il prevalente sentire, la propria vitalità, rivela il narcisistico innamoramento di sé. In genere, avviene nella giovinezza ma non è detto. Nella giovinezza tutto gravita attorno a quel sole che diciamo IO. La forza della vitalità di quel sole può esser tale da far squagliare le ragioni del Sapere. In quel caso, le ragioni del Sentire, diventano ragione del Sapere. Della Giovinezza, allora, si può dire, che è l’età, nella quale, prevalentemente sa ciò che sente vero, più di ciò che è vero. Il pensiero della giovinezza, quindi, è prevalentemente soggettivo. Si comincia a ragionare con pensiero oggettivo, mano a mano, il pensiero soggettivo, com_prende (tanto quanto verifica) il mondo circostante che ha cominciato ad abitare. Il segno del trasloco dal mondo soggettivo a quello oggettivo si chiama maturità. Non tutti trovano casa.

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