ANDANDO PER SCALINI
Ci sono stato via web. Prima di leggere quanto ti racconto ti ricordo che nella stesura delle lettere sono come un cieco in un labirinto. Dagli e ridagli prima o poi finisco il giro ma non chiedermi come perché non ci vedo. Nonostante gli abbigliamenti religiosi e militari con mitra, l’ho trovata più araba che israeliana. L’ho trovata per niente araba, invece, nella basilica della Natività. Fra la ressa ho potuto vedere dei turisti (immagino) manifestare una religiosità gestualmente più vicina alla santeria. L’arabo, invece, quando non deve gridare pubblicamente la sua fede, è raccolto, intimo: da solo anche se fra centinaia. A proposito di vita e di vitalità in Gerusalemme, non m’ha disturbato più di tanto vedere dei venditori da sopravvivenza come vu cumprà fra turisti palesemente infastiditi. M’ha disturbato non poco, invece, vedere nelle sue vie più di qualche richiedente carità. Veder tarlato dalla povertà un tal vissuto storico non lascia indifferenti. Durante il giro ho visto anche molte bandiere israeliane. Non conosco il significato ufficiale della bandiera di Israele ma non lo cercherò perché non voglio filtrare il mio che inizia con i miei discorsi sugli stati e i principi della vita: Natura, Cultura, Spirito. Li sviluppo più ampiamente nel blog. Ho collocato quei principi su un triangolo equilatero. Al vertice ho posto la Natura. Alla base sulla sinistra la Cultura. Al lato opposto lo Spirito. Fra altre cose, nel mio pensiero (trinitario_unitario) sostengo che la Natura è il principio del Bene, la Cultura è il principio del Vero, e lo Spirito è la forza della vita che si origina dalla corrispondenza fra i tre stati. Ti allego in fine il link del riassunto. Ora se rovesci la geometrica immagine vedi i principi opposti: il male nella Natura, il falso nella Cultura, e lo Spirito come forza opposta alla vita. Ammessa l’ipotesi, la bandiera di Israele mi dice che rappresenta il luogo dove sventolano, sia i tre principi nella stessa forma e misura, che, rovesciandola, gli opposti.
E’ anche concretamente vero che i principi sventolano (sia dritti che rovesci) per ogni dove già al principio della vita. Si può anche dire, allora, che siccome quei principi sventolano per ogni dove già al principio della vita, ogni dove ebraico (interiore come esteriore) è Israele. Per questo si può ulteriormente dire che se dove c’è un Ebreo c’è Israele, ne consegue che è mantenuta promessa di terra la sua stessa vita, indipendentemente dal luogo di vivenza. Sempre affermando per emozioni dovute a informazioni conosciute qua e là, direi che Israele prima dell’Olocausto lo sapeva bene. Per quel sapere molto sopportava: non sono pochi i sassi sulla strada degli eletti. Dopo la tragedia che l’ha sconvolto ha creduto di potersi difendere da altri olocausti (sia come Persona che come Popolo) imponendosi su una terra non solo sua. Così facendo, ha implicitamente rinunciato all’empatia del mondo perché si è tolto dagli ultimi “che saranno primi” dove, senza dirglielo, l’aveva collocato quello Spirito. L’ha potuto (togliersi dagli ultimi per auto modificata collocazione) perché ha confinato la sua elezione dentro il campo dell’arroganza. Così facendo però, ha venduto il suo spirito per trenta denari di ingigantita potenza. Ammessa l’ipotesi, ne consegue che anche questa potrebbe stare fra le origini dell’aumento di chi rifiuta Israele sia come Persona che come Stato. Israele sembra aver dimenticato che per ogni genere di gigante la vita si fa fionda. Quasi mai si sa in che mano mette il sasso. Tanto meno di chi è la mano, come neanche dove la mano lo raccoglie. Quello che so, è che in Gerusalemme i sassi non mancano, e che niente ti difende se dalla vita non ti fai difendere.