IL CRISTIANESIMO

Il cristianesimo nasce dalla emozione della prostituta Maria di Magdala, mi dice Mauro. L’affermazione m’ha scombussolato per più di un attimo, ma sento che un qualcosa di vero, c’è. Però, non lo direi nato (o principalmente nato) dall’emozione della sola Maria di Magdala, ma dall’insieme di voci, di chi, per vivere per sempre, non poteva accettare la morte di chi li ha fatti sentire vivi. Dico vivi, nel senso di nuovi a sé stessi. Immagino l’elaborazione del lutto per la morte di quella Vita, come si può immaginare l’elaborazione della tragedia detta dal coro nelle commedie greche. Comunque sia avvenuta la faccenda, quanto non è stato amato, quel figlio di falegname!

Anche ammesso che un falegname dell’epoca, avesse avuto la stessa importanza sociale di un odierno architetto, ciò giustifica l’intensità di quel lutto? A livello personale senza dubbio, ma, (sia pure limitando la valutazione ai Suoi tempi), al punto da diventare un così significante pane di vita? A mio avviso, no. A mio avviso, Cristo, prima di diventare il capro da sacrificio che lo fece diventare la teologia paolina è stato il Capro per parte del suo popolo. Un lutto può essere mosso da un grande amore, o può essere mosso da sensi di colpa. Un’ipotesi non esclude l’altra. Ammessa l’ipotesi Magdala, con quella vedo l’inizio del lutto per la perdita dell’uomo fortemente amato.

Nell’ipotesi sensi di colpa, vedo un amare (degli apostoli, o del popolo, o dell’insieme) ricattato dal potere o dalla paura, e quindi, se proprio non tradito in vita, non difeso quanto occorreva. Un lutto può essere mosso, anche come un estremo tentativo di recuperare una dignità, immiserita da atti e fatti (o dal Fato) più forti dei soggetti in lutto. Nel caso, Saulo è stato una variabile ribelle. Storia e ragione la dicono non vera, e la fede, in più di qualche caso è la lapide che copre una tomba. Definitivamente, se non avesse inventato la Resurrezione. Peccato non abbia saputo dire (voluto e/o potuto) che la Resurrezione riguarda lo spirito (forza e potenza della vita) e che lo spirito che rinasce non è più la forza e la potenza di prima perché lo spirito (come la vita a cui da vita) è uno stato di infiniti stati di forza e di potenza: di per sé, maschile se dal carattere prevalentemente Determinante e femminile se dal carattere prevalentemente Accogliente.

 Ciò comporta che in ragione del prevalente carattere della mia forza e della mia potenza potrei rinascere ancora con lo stesso carattere omosesssuale (in Natura e in Cultura maschile e/o femminile) oppure in Natura e Cultura maschile o femminile prevalentemente etero; prevalentemente perché nessun carattere sessuale è in assoluto, e l’assoluto con condizionato ad esserlo non è mica la stessa cosa. 

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