Mantra liberatorio per coinvolti da estranee emozioni
PREMESSA
Lo Spirito è la forza della vita e della vitalità. Comunque motivata la vita possiede forza maschile (per principio, la Determinante) e forza femminile: per principio, l’Accogliente;
poiché vita è lo stato di infiniti stati che si origina dalla corrispondenza fra tutti ed in tutti i suoi stati (al principio e dello stesso Principio)
ne deriva (come di converso) che la forza maschile è anche nel femminile. Se ciò può mutare il carattere di una data forza (sempre per stato di infiniti stati) non per questo muta la Natura della data forza; Natura nel senso di Corpo della vita comunque effigiata.
FINE DELLA PREMESSA
In ragione di molteplici convinzioni, la vita, oltre alla valenza materiale possiede quella sovrannaturale. Secondo il pensiero che è anche di questa strada, ne consegue di duplice credenza anche la forza della vita: appunto, lo Spirito. Come la vita è stato di infiniti stati, così lo Spirito. Necessariamente ne consegue che non siamo proprio in grado di capire da quale stato della vita (l’accertato o il possibile) sua influito il nostro stato di vita. Dove vi sono paure e stati di ansia fuor di ragione (e/o non accertabili e/o motivabili) non per questo si possono addebitare all’influsso di forze ulteriori. anche degli stati di non coscienza si può dirli ulteriori se nel senso di intelligibili dopo e/o oltre. Ciò che la generale conoscenza rifiuta, però, (rifiuta lo stato ulteriore della vita) non per questo sente di poter rifiutare l’emozione se invasa e/o comunque turbata da stati non riconosciuti dalla ragione e/o da una soggettiva ragione.
Vi sono emozioni che dicono parole di distinguibili nome (la parola è l’emozione della vita che dice sé stessa) ma non per questo di distinguibile nominante. Di fatto non siamo in grado di sapere se l’emozione che dice lo stato di una data forza in un dato momento sia agita e nominata dal nostro spirito, oppure agita e nominata da una forza estranea alla nostra forza. E’ un po’ come dire che possiamo essere seccati da l’amico che ci cammina a fianco, ma come sapere se ci è amico anche l’autore di un fastidio se ci giunge da oltre un muro che non possiamo superare. Comunque sia il caso ed il genere e/o la gravità dell’invasione nel nostro sentire, come porla fuori dalla mente? Direi, spegnendola con il silenzio mentale (lo fanno i mistici ma mica lo siamo tutti e non tutti capaci) oppure opponendo una parola, canto, e/o musica e/o altro di mantrico. Io uso questa: ma va la, scemo!!!
La ripeto con forza e convinzione sino a che dura (e tanto quanto dura)l’emozione negativa, o se non negativa, comunque ossessionante. Per l’intenzione di irridere le estranee emozioni e per ciò sminuirne la forza che durante la crescita (e indipendentemente dalla gradualità dello stato di crescita) mi dicevo anche: ma va la, scema! Come bolle bucate da un ago, quelle emozioni sparivano ogni volta pressoché subito! Certo! Negli esorcismi gestiti dalla chiesa si usano le preghiere. Desacralizzate, però, servono ad eliminare dalla mente quanto gli è di estraneo esattamente come il mantra che uso. Il mio, però, non crea nessuna dipendenza! Il mio, libera gratis! A sostegno dell’ausiliare accorgimento che consiglio cito il proverbio cinese che recita: quando torni a casa picchia tua moglie! Tu non sai perché lo fai ma lei si!
Parafrasandolo si può dire: per rientrare nella tua mente e/o nel tuo spirito devi escludere l’estraneo pensiero! Tu non sai perché c’è e forse neanche quell’estraneo, ma la tua casa (spirito e/o mente) è costituita per un solo inquilino alla volta: a te la scelta!