La vita amalgama l’animante con l’animato solo per affinità di Spirito. Naturalmente, ognuno da, fa, ed è, quello che può, ma lo stesso, lasci ogni convinzione chi pensa di escludersi dal compito di essere coscienza che anima coscienze. Con l’affermazione intendo dire che andando verso la vita non possiamo restare come siamo (qualsia individualità si sia) neanche volendolo. La presa d’atto di ogni informazione, infatti, non può non mutare il pensiero dell’informato a nuovo: ne sia cosciente o no. Ogni conservatore dell’identità che è, pertanto, perda la speranza di restare così. Non ho mai creduto che fosse complicato capire questo concetto, ma il commento di un offensivo e multiforme infelice (confido nel forse) m’ha costretto a ripensarci.