
Spirito è ciò che anima. Anima è ciò che si anima. Ciò che si anima è vita. Lo Spirito è l’anima della vita. Nella Natura, la Cultura anima la vita, animata dalla forza dello Spirito.
La forza dello Spirito è la vita della Natura. La vita dello Spirito è la potenza della Cultura.
Lo Spirito è la forza della vitalità della Natura che corrisponde con la vita della sua Cultura.
Lo Spirito essendo forza è condizione di vita ma non pone condizioni alla sua forza per non condizionare la vita.

Lo Spirito è vita

tanto quanto il Fare corrisponde all’Essere

Lo Spirito è Calibro della Natura che forma

Arbitro della Cultura Giudice della vita
della forma che si forma
in ragione dello stato della corrispondenza fra Natura e Cultura.

In ragione dello stato della corrispondenza fra
Natura

Cultura Spirito

Lo Spirito è Calibro perché misura la forza

Arbitro Giudice
perché decide l’uso della forza perché valuta l’uso della forza

Perché agiti dal loro bene

dal loro vero e dal loro giusto
gli stati trinitari della vita tendono all’unitario.


Raggiungono l’unitario tanto quanto vivono il loro stato con la stessa misura di forza (vitalità della Natura) e di potenza: vita della Cultura.
Della sua potenza ognuno è lo spirito che può
Può diversamente solo gravando la sua Natura

difficoltando la sua Cultura esaltando o deprimendo
il suo Spirito

Il Principio della vita (l’Immagine) non può non essere che l’assoluta unità fra i suoi stati.

Il raggiungimento dell’unità fra gli stati è permesso dalla mediazione fra gli stati. Si può dire, pertanto, che il Principio è Paracleto sino dal suo principio. Se così non fosse, nel Principio della vita non vi sarebbe equità fra gli stati. Una mancata equità fra gli stati del Principio non permette il raggiungimento dell’unità nel suo stato. Per quanto ciò sia nella vita al Principio somigliante, ciò non può essere nella Vita che ha principiato il suo principio, la vita:
1 per la Natura

1 per la Cultura 1 per lo Spirito

Nell’immagine del Principio la vita è assoluta relazione fra i suoi stati. Un assoluto ricongiungimento fra gli stati del Principio può originare solamente il massimo valore del suo stato: UNO

Gli stati dell’immagine somigliante a quella del Principio raggiungono la stessa misura di vita tanto quanto il suo Spirito media fra forza e potenza.

Poiché, vita, è corrispondenza di stati in tutti e fra tutti gli stati lo Spirito mediatore fra gli stati non può non essere che uno Spirito mediato dagli stati della vita che media. Nell’essere mediato mediatore degli stati che media lo Spirito trinitario_unitario è leggero tanto quanto la sua forza (vitalità nella Natura) corrisponde con la sua potenza: vita della sua Cultura.

La misura dello Spirito non può essere maggiore della conoscenza (o l’opposto) se non ponendo dissidio fra gli stati della vita:
Natura per quello che siamo

Cultura Spirito
per quello che sappiamo per quello che sentiamo

Poiché, vita, è stato di infiniti stati di vita, così, anche le tre voci della guida dello spirito sono lo stato di infiniti stati di vita, o secondo il caso, di meno vita in presenza del dissidio. Dissidio è il delirio della mente che brancola fra errore e dolore. Uno spirito scisso e scindente per mancata mediazione non permette l’integra corrispondenza di forza fra Natura e Cultura.

Su questo piano della vita
la mediazione è generalmente sentita come il subito compromesso culturale fra
ciò che siamo

ciò che sappiamo e ciò che sentiamo
Il compromesso è mediazione subìta. La mediazione è compromesso accettato. La nostra verità è compromesso condiviso.

Vi è chi maggiora l’Essere compensando la Natura, o la Cultura, o lo Spirito (e, quindi, la vita) di maggior vitalità in uno o l’altro stato. Ad esempio:
7 per la Natura

3 per la Cultura 9 per lo Spirito
L’identità in esempio ha usato il suo massimo spirito per rafforzare il corpo ma in maniera minore la conoscenza. Mancando la corrispondenza di valore fra i suoi stati, mancherà nella sua facoltà mediatrice.

La Natura che grava

la Cultura dell’Essere
entra in sofferenza con sé e/o con altro da sé.
Lo stesso se l’esalta.

E’ dolore fisico, il giudizio di male che una Cultura da alla sua Natura. E’ dolore culturale il giudizio di errore che una Cultura da a sé stessa. E’ dolore spirituale il giudizio di male che uno Spirito da alla sua forza. Se è pur vero che il dolore afferma la sua verità in ogni lingua, altrettanto è vero che la voce della Natura (il Bene in ogni lingua) cura il peso della sofferenza, ricordando che
lo Spirito è medico quando

la temperatura della mente ha gli stessi gradi del corpo.

In quello che sente della sua forza e della sua potenza ognuno è lo spirito che può. Può diversamente solo gravando
la sua Natura

difficoltando esaltando
la sua Cultura o deprimendo
il suo Spirito