LO FINIRO’ DOMANI PERCHE’ NON C’E’ LA FACCIO PIU’
Per quanto mi par di sapere nessuna vita sfugge alla ripetizione della ripetuta materializzazione che diciamo Reincarnazione. Per questo non credo nell’esistenza di un Nirvana per sempre. Credo invece, in una riduzione dei ritorni per riduzione dell’ignoranza che è prevalente causa di ritorno. Si, tutto considerato, Reincarnazione è rifare gli esami e più conosciamo la materia VITA e meno abbiamo bisogno di rifar gli esami.
PAROLA E’ L’EMOZIONE DELLA VITA CHE DICE SE’ STESSA
NATURA
CULTURA SPIRITO
La vita dice sé stessa in ragione dello stato della sua forza naturale e della potenza culturale. Lo può perché animata sino dal principio dello stesso Principio dalla forza e dalla potenza che in tutti i tempi abbiamo detto Spirito.
Il Principio è l’Immagine della vita. Il nostro principio è immagine all’Immagine somigliante.
L’Immagine degli stati del Principio è assolutamente unitaria. Per questo diciamo che il Principio è l’Uno. Come il Principio raggiunge l’assoluta unità perché tende verso i suoi assoluti principi (il Bene per la Natura, il Vero per la Cultura, il Giusto per lo Spirito) così, nel suo stato e del suo stato verso gli stessi principi tende l’immagine principiata dal Principio. Poiché la vita concepisce l’assoluto solamente nel primo principio, la tensione verso i principi a immagine di quelli del Principio non raggiungerà mai l’assoluto.
In ragione dello stato della vita dei nostri principi il nostro spirito è soggetto a maggiorazioni o a diminuzioni della sua forza e della corrispondente potenza. Lo spirito che è aumentato o diminuito in ragione dello stato della corrispondenza fra gli stati della Somiglianza aumenta o diminuisce gli stati che l’aumentano o lo diminuiscono.
Raggiunto il massimo stato del suo stato in questo piano della vita, nell’ulteriore il nostro spirito si collocherà prossimo all’Immagine della Forza e alla Potenza della Vita (lo Spirito) in ragione dello stato della forza e della potenza raggiunta. Esemplificando: nel nostro spirito ammesso un raggiungimento di valore 4, per lo stesso valore si collocherà prossimo allo Spirito.
La vita che è stato di infiniti stati in tutti e fra tutti i suoi stati non può non mutare (direi necessariamente) il valore raggiunto. Il quattro in esempio, quindi, potrebbe diventare un tre (ed in quello approssimarsi maggiormente allo Spirito) oppure allontanarsi dallo Spirito perché è diventato un 5: ma quello che è diventato un cinque non è detto che rimanga fissato in quella misura.
In quale misura possiamo dire che il nostro spirito ha raggiunto la sua costante cifra? Il raggiungimento e la stasi di una data misura renderebbe fisso il nostro stato di spirito e per questo assoluto.
Poiché vi è un solo assoluto, ne consegue che il nostro spirito è soggetto a costante mutazione di stato; mutazione minore negli spiriti dello stato Alto della vita e maggiore negli spiriti dello stato del nostro piano della vita: il Basso.
Del Basso, le religioni hanno detto che è il luogo della Caduta dei portatori di principi contrari al Principio. Non concordo con questa visione in verticale ma siccome non sono un religioso per forma e questo scritto non è da religione passo oltre.
Diversamente sostengo che Basso sia il “luogo” di chi (per infinite cause volute e/o subite, stati, condizioni, cultura, e via elencando) è (in senso orizzontale) lontano dalla conoscenza dei principi del Principio.
A) Sempre secondo stato di infiniti stati e sempre secondo infinite misure degli stati, nel luogo Basso del nostro spirito vi è chi agisce secondo la spirituale Cultura del Bene: il piacere che esclude l’errore perché esclude il dolore. Sia pure meno in Alto, questo Basso è meno in basso.
B) Sempre secondo stato di infiniti stati e sempre secondo infinite misure degli stati, nel luogo Basso del nostro spirito vi è chi agisce senza colpa perché cosciente del suo stato e dei corrispondenti principi a livello naturale e/o indistintamente quelli a livello culturale e spirituale.
C) Sempre secondo stato di infiniti stati e sempre secondo infinite misure degli stati, nel luogo Basso del nostro spirito vi è chi agisce i principi della propria vita posta al Centro come unica e superiore immagine, di altre incuranti se non dipendenti dalla sua.
Comunque sia lo stato esistenziale dei vissuti in Basso e comunque e/o dovunque siano moralmente o non moralmente diretti, tutti orbitano attorno al luogo del Principio (il centro della vita) perché tutti ambiscono al maggior Bene, al maggior Vero, al maggior Giusto, e tutti, da quel Centro, sentono (sentiamo_sentiremo) sia lo stato di prossimità con il Principio
dato dal Bene nel Vero che è del Giusto, come lo stato di non prossimità dato dal non bene nel non vero che è del non giusto.
Oltre che nello stato Basso della vita il non_bene, il non_vero e il non_giusto sono anche nello stato Alto. Con altro dire: se negli stati in Basso, il non vero, il non bene e il non giusto possono assumere lo stato di macchia, in quelli in Alto anche un’ombra sullo spirito può esser vissuta come macchia.
Non vi è immagine della nostra vita che non subisca l’usura della forza e della potenza, e con queste, anche quella delle emozioni che imprimono pensieri, parole, convinzioni, ecc.
Ciò evita che ogni stato in estasi di bene, di vero, e di giusto, si stabilizzi in stasi. Ciò comporterebbe la stasi di tutti gli stati della vita e di conseguenza la stasi dei vissuti nei viventi di questa come nell’Ulteriore.
Si può pensare che in quanto Assoluto neanche il Principio della vita sfugga alla stasi. Direi di no perché il Principio è Motore mobile e Motore immobile. E’ Mobile perché agisce il suo principio: la vita. E’ immobile perché E’ il suo principio: la vita.
Anche il nostro spirito è motore mobile e immobile. In ragione del proprio stato è mobile perché agiamo il nostro principio (la vita) ed è immobile perché siamo il nostro principio: la vita.